Il tratto alpino
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Un esempio di galleria
 
 
   
Galleria al Gaby
 
 
                                                                                                                            
 
 
 I rapporti tra Ossola e Svizzera hanno subito un cambiamento rivoluzionario all'arrivo del grande Bonaparte che aprendo la strada attraverso il Passo del Sempione ha tolto la valle da un secolare isolamento. Un evento che sui contemporanei deve aver fatto l'impressione della bomba atomica e le numerose descrizioni e narrazioni di viaggiatori estasiati, nonché le tante riproduzioni pittoriche ci danno un'idea di quanto quest'opera abbia influenzato e colpito le menti del tempo.
Napoleone, agli inizi dell'Ottocento, aveva intuito l'importanza di una strada carrabile attraverso le strette gole di Gondo, per favorire ed agevolare lo spostamento delle sue truppe e dei suoi cannoni tra Parigi, Ginevra e Milano.
Doveva essere una strada capace di sopportare il traino pesante delle artiglierie e dei carriaggi militari permettendo all' esercito francese e a quelli dei suoi alleati di passare attraverso le temute Alpi.
“Quand le canon passerà-t-il le Simplon?” , questa la domanda che Bonaparte rivolse molte volte agli ingegneri che si occupavano della strada, in quanto i suoi cannoni al Sempione garantivano il possesso della pianura lombarda ed un sicuro incremento dei traffici commerciali tra il Sud e il Nord d'Europa.
Due erano le condizioni vantaggiose che avevano portato alla scelta di questo Passo rispetto ad altri valichi alpini: era il percorso più breve tra Milano e Parigi ed il valico non era eccessivamente alto.
Fu incaricato del progetto il generale Turreau, che si stabilì con il suo stato maggiore a Domodossola.
Gli ossolani dovettero sopportare numerose angherie non solo per il lavoro, ma anche per le provvigioni di bestiame, foraggio e alloggi sia per gli operai sia per le truppe.
Inoltre la coscrizione militare obbligatoria fu mal accettata dalla popolazione del posto che non sopportava che i propri giovani diventassero carne da cannone nell'armata italiana a servizio dell'ambizione dell'imperatore francese.
Le difficoltà erano evidenti e l'inverno incalzava impedendo i sopraluoghi al Passo. Ci furono parecchi errori di calcolo che rallentarono il lavoro.
Si trattava di un progetto enorme per quei tempi, un progetto che fu tuttavia in breve tempo realizzato con spese e manodopera quasi esclusivamente italiane. Un'opera che fu definita “Il trionfo del Genio e dell'Ardimento sulla Natura”.
La strada fu quasi tutta scavata nella roccia, e rappresentò per quell'epoca un esempio di grande audacia dal punto di vista tecnico e di arditezza per la difficoltà del territorio.
La galleria delle gole di Gondo fu scavata da centinaia di uomini che si alternarono senza fermarsi mai per otto mesi per realizzare un tunnel di soli 250 metri. 
Per motivi geologici e per mancanza di tempo si fecero solo dei muri di protezione nei luoghi più esposti.
I conti, intanto, troppo onerosi portarono alla sostituzione del generale Turreau con un ingegnere, l'ingegnere Ceard.
Iniziata nel 1801, la rotabile, su un percorso di 63 chilometri, tra Briga e Domodossola, contava di 64 ponti e 7 gallerie.
Napoleone volle anche un nuovo ospizio alla sommità del Passo con una caserma per i militari.
Dopo la sua incoronazione ad Imperatore, Bonaparte diede ordine che la strada fosse agibile alla sua artiglieria per l' agosto del 1805 e a questo proposito a maggio, pensando di percorrerla in carrozza, delegò un suo funzionario a precederlo. Il poveretto dovette passare su ponti di fortuna e addirittura la sua carrozza in alcuni tratti dovette essere smontata per farla passare su parti sospese dove ancora le gallerie non erano state completate. Inoltre al Passo trovò addirittura la neve. Napoleone ripiegò alloro sul Moncenisio. 
A settembre la galleria era ultimata e si comunicò a Parigi che le truppe potevano transitare.
Nel 1806 la strada fu completata e in ricordo di questa grande impresa fu costruito l'arco della Pace a Milano, costruito utilizzando il marmo di Crevoladossola.
Fortunatamente Napoleone non passò mai da questa strada né tanto meno  i sui eserciti. Waterloo lo tenne occupato con altri problemi più gravi.
La strada era costata 5.500.000 franchi, due milioni circa in meno di quanto preventivato. Furono utilizzate 250 tonnellate di esplosivo.
Furono impiegati nei lavori fino a 3.000 operai al giorno.
Non ci sono notizie precise sul numero delle vittime, ma nella realizzazione della galleria di Gondo ci furono più di cento morti.
La pendenza media era del 6%, con punti del 13%, con una larghezza da 7,2 a 8,4 metri.
La strada di Napoleone, costruita per il suo trionfo fu invece utilizzata per il ritiro delle sue truppe in Italia, ben 18.000 uomini.
Nel dicembre1813 una parte di questi soldati, sorpresi da una tormenta di neve trovarono rifugio nei vari ospizi lungo il percorso.
Con la nuova strada, diventarono importanti nuove figure professionali come: il postiglione di diligenza, il cocchiere, il barrocciaio (conduttore di carro) e il cantoniere (l'addetto alla strada).
Ad esempio, una delle diligenze partiva da Losanna tre volte a settimana portando al massimo cinque persone e impiegando ben quattro giorni per arrivare a Milano. In seguito il servizio divenne quotidiano, con un trasporto di dodici persone 
Si svilupparono molto i passaggi di turisti, mercanti e viaggiatori, che trovavano ospitalità presso gli ospizi collocati sul percorso.
Fu la prima grande arteria ad attraversare le Alpi, la più pittoresca e romantica tra le attraversate alpine, decantata da illustri poeti e scrittori.
L'arrivo dell'automobile cambiò totalmente i tempi di viaggio e mise in riposo carrozze e postali. L'ultimo postale fece la sua corsa finale nel 1906, anno in cui fu aperto il traforo del Sempione.
Con l'apertura del traforo cessò il servizio su diligenze e si aprì la “belle époque” dell'Oriente-Express, certo un epoca non meno romantica della precedente.